UNA LEGGE nazionale che “in tempi brevi” stabilisca l’obbligatorietà dei vaccini per l’accesso dei bambini ai nidi e alla scuola materna, su tutto il territorio nazionale, sembra più vicina. Su questo obiettivo, da realizzare in tempi brevi, si sono confrontati il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e gli assessori delle Regioni e delle Province autonome. Non è un accordo, ha precisato il ministero della Salute, ma un percorso che sembra però ormai tracciato con un forte supporto delle Regioni, che porterà il ministro della Salute a confrontarsi con il ministro dell’Istruzione e della ricerca scientifica e degli altri colleghi di governo, per andare appunto avanti sulla formulazione e presentazione di un provvedimento nazionale.
L’orientamento manifestato dalle Regioni segue la decisione presa da Toscana e Emilia-Romagna che hanno da poco approvato due leggi per rendere obbligatorie le vaccinazioni per i bambini che si iscrivono al nido o alla materna. Anche Trieste ha preso un provvedimento analogo e in questa direzione si stanno muovendo anche Lazio e Puglia. Una stretta decisa dopo l’allarme provocato dai recenti casi di meningite.
Quasi tutte le Regioni, tranne la Lombardia, sono a favore di una legge nazionale. L’obiettivo è evitare provvedimenti ‘a macchia di leopardo’ e garantire l’uniformità dell’offerta vaccinale sul territorio. In generale, spiegaAntonio Saitta, assessore della regione Piemonte e coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni, l’incontro “ha consentito di porre le basi per garantire un’applicazione omogenea del piano su tutto il territorio nazionale. Le nuove vaccinazioni contenute nel piano sono comprese nei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) e conseguentemente, come è emerso nel colloquio con il ministro, si pone l’esigenza di una condivisione Stato-Regioni del percorso applicativo”.
Ma c’è di più, ricorda Saitta, quella di un’Anagrafe vaccinale nazionale. “Le Regioni hanno proposto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, non soltanto una legge nazionale che renda obbligatorie le vaccinazioni ma anche un’Anagrafe vaccinale nazionale. L’obiettivo e’ che ogni Regione abbia la sua banca dati dalla quale risultino tutti i bambini e gli adulti che si sono gia’ vaccinati, quelli che ancora non lo hanno fatto, e quali conseguenze ha prodotto il vaccino, in modo da poter disporre di un quadro epidemiologico completo”.
Saitta ha precisato che l’esigenza di una legislazione nazionale e’ nata dopo che l’Emilia Romagna ha approvato una legge che rende obbligatoria la vaccinazione per l’iscrizione agli asili nido. “Ci siamo detti che questo era un tema tipico da legislazione nazionale, per evitare il federalismo a macchia di leopardo. Lo abbiamo chiesto al ministro e lei ci ha mostrato grande interesse”.
Un risultato considerato positivo anche dal presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi: si fa “chiarezza anche sull’importanza della vaccinazione per la tutela della salute collettiva e sottolinea il valore etico di un presidio che resta un atto di responsabilita’ soprattutto nei confronti delle fasce di popolazione piu’ fragili come i bambini, gli anziani o le persone immunodepresse soprattutto nelle comunita’ ristrette come per esempio le aule scolastiche – ha detto Ricciardi – . Per il resto della popolazione, in una sanita’ fortemente regionalizzata, e’ un passo in avanti anche nell’equita’ dell’accesso alla prevenzione di malattie importanti che rischiano altrimenti di riemergere”.
Nel suo intervento, l’assessore Saitta ha ricordato l’importanza di un calendario vaccinale che stabilisca le priorità e la tempistica delle somministrazioni, in modo progressivo e graduale. Un obiettivo da raggiungere nello stesso momento in cui si ripartiranno le risorse stanziate a riguardo, 100 milioni di euro, dalla legge di bilancio. Nell’incontro tra ministero e Regioni sul tavolo c’era anche il tema dei Lea e si è deciso di definire al più presto le tariffe massime per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell’ambito del servizio sanitario nazionale.